sabato 17 marzo 2018

Google Lens è disponibile su iPhone, ecco come funziona

linsieme.com

Abbiamo messo alla prova il sistema basato sull’intelligenza artificiale per il riconoscimento del contenuto nelle immagini, ora disponibile anche nell’app
Google Foto per iOS.
Google Lens è disponibile finalmente anche su iOS. Il sistema di riconoscimento automatico degli oggetti nelle immagini, basato sulla AI di Big G, si poteva già utilizzare su Android , dove è integrato con il Google Assistant. Per utilizzare Google Lens su iPhone è necessario invece installare Google Foto per iOS. L’app si può scaricare gratuitamente dall’App Store . Alla prima attivazione, l’applicazione proverà a fare il backup automatico di tutte le foto sul Google Drive associato al vostro account. Se non volete che ciò accada, deselezionate la relativa opzione nella schermata con le opzioni iniziali che vi verrà mostrata all’avvio. Google Lens funzionerà ugualmente.  

Per attivare Lens basta selezionare una foto e poi fare tap sull’apposita icona (il quadratino con un punto al centro e un puntino più piccolo nell’angolo in basso a destra).  

Sulla foto compare un’animazione a suggerire che il cervellone di Google sta processando l’immagine. Nel giro di pochi secondi si ottiene una risposta: se i server di Big G hanno potuto interpretare il contenuto dell’immagine comparirà una scheda con alcune informazioni utili sul soggetto, sia che si tratti di un alimento, di un luogo di interesse o di un numero di telefono stampato su un biglietto da visita.  

Durante le nostre prove Google Lens ha dato risultati altalenanti. Funziona abbastanza bene con i luoghi di interesse: ha riconosciuto con successo l’edificio del Bundesrat di Berlino (da una foto con un’illuminazione pessima), il Museo di Ho Chi Minh ad Hanoi (da una foto della facciata) e addirittura un remoto tempio buddista laotiano (forse grazie alla geolocalizzazione dell’immagine). 

Non altrettanto esaltanti i risultati ottenuti con oggetti di uso comune o con gli alimenti. Un banale diffusore di essenze è stato identificato come appartenente alla famiglia delle cucurbitacee, mentre un piccolo avocado (non sbucciato) è stato indicato come “tartufo”. Magari. È andata meglio con un risotto ai funghi, individuato correttamente ma associato a una generica scheda sulle verdure (forse per colpa dell’abbondante prezzemolo a guarnizione).  

Così così il risultato con una normalissima banana gialla. Per qualche insondabile aspirazione esotica il sistema di Google la identifica come mini-banana di qualità “saba”, associandola al Matoke, una ricetta tradizionale ugandese nonché “il nome utilizzato in Uganda per riferirsi ai frutti del platano” (come spiega la voce di Wikipedia proposta da Google Lens). Tutte informazioni molto interessanti per gli amanti della cucina etnica, ma alquanto inutili per chi ad esempio volesse soltanto scoprire l’apporto calorico del frutto. 

Con i biglietti da visita, infine, si ottengono i migliori risultati. Lens è in grado di riconoscere perfettamente tutte le informazioni, separando nomi, numeri di telefono, indirizzi email e URL e offrendo la possibilità di salvare rapidamente tutti i dati in un nuovo contatto.  

In conclusione, Google Lens a volte sorprende per precisione ed efficacia e a volte offre inaspettati momenti di ilarità. Sulla reale utilità del sistema sospendiamo il giudizio, in attesa di futuri aggiornamenti. È bene ricordare che un sistema simile è disponibile da tempo su iPhone e iPad: se si scrive “banana” nel campo di ricerca dell’app Foto di iOS ci vengono mostrate tutte le immagini con una “possibile corrispondenza”. Il sistema funziona bene e si limita a semplificare la ricerca delle immagini, senza alcuna velleità di istruirci sulle tradizioni culinarie dell’Africa centro-orientale.

FONTE: ANDREA NEPORI http://www.lastampa.it/2018/03/17/tecnologia/news/google-lens-disponibile-su-iphone-ecco-come-funziona-HRLhd8SX3AFeHBHBZHNQMK/pagina.html

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