lunedì 26 marzo 2018

I falchi australiani e gli incendi volontari

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Secondo una ricerca pubblicato di recente sul Journal of Ethnobiology, diversi rapaci australiani avrebbero l’abitudine di appiccare incendi allo scopo di stanare le preda dalle praterie infuocate. È interessante notare che
gli aborigeni sapevano di questo da millenni, tanto che questi gli uccelli vengono chiamati localmente “Falchi di Fuoco”.

Il clima secco dell’Australia rende facili agli incendi: fulmini e le attività umane sono considerati le cause principali, ma secondo un documento di ricerca pubblicato di recente, gli uccelli possono talvolta avere anche loro un ruolo. Rapaci come il nibbio bruno (Milvus migrans), il nibbio fischiatore (Haliastur sphenurus) e il falco bruno (Falco berigora) possono generare incendi nelle 730.000 miglia quadrate di savana del continente facendo cadere bastoncini infuocati nell’erba secca per costringere allo scoperto prede come insetti, rettili e piccoli mammiferi.

Gli ornitologi sanno da tempo che gli uccelli rapaci prosperano nelle regioni a rischio di incendi: appena piccoli uccelli, lucertole e insetti emergono dalle praterie durante la loro fuga dal fuoco che si avvicina, gli uccelli rapaci piombano su di essi. Ciò che non sapevano, tuttavia, è che i rapaci apparentemente possono causare volontariamente l’incendio o quantomeno diffonderlo in altre aree per costringere la preda fuori dal nascondiglio.

Bob Gosford, uno degli autori della ricerca, racconta di essersi incuriosito per il comportamento dei “falchi del fuoco” dopo aver letto un passaggio di un libro del 1964, “Io, l’aborigeno”: “Ho visto un falco raccogliere un bastone fumante tra gli artigli e rilasciarlo in una nuova zona di erba secca a mezzo miglio di distanza, poi aspettare con i suoi compagni per il folle esodo di roditori e rettili bruciacchiati e spaventati. Quando quell’area è stata bruciata, il processo è stato ripetuto altrove”.

E mentre l’ornitologo australiano non ha ancora assistito a questo comportamento di prima mano, alcuni dei coautori dello studio hanno vissuto l’esperienza in prima persona. Dick Eussen, un vigile del fuoco in pensione del Territorio del Nord, racconta di una giornata trascorsa a spegnere i fuochi nel profondo entroterra. Proprio quando pensava che lui e i suoi colleghi avevano ormai domato l’incendio, ha visto un nibbio volare con un ramoscello fumante nei suoi artigli, e farlo cadere nell’erba, a 20 metri da lui, dando inizio ad un altro incendio. Eussen scrive che quel giorno dovette spegnere altri sette focolai, tutti causate dai rapaci.

Fonte WEb

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